Tufo Leccese o Carparo
Il Carparo o Tufo è una pietra calcarea del Salento – il Salento è la parte più meridionale della regione Puglia, in Italia.
A differenza della pietra leccese o della pietra di Soleto, il Carparo viene estratto nelle zone costiere del Salento.
Prima fra tutte la città di Gallipoli, dove si trovano le cave di Carparo più antiche e più grandi, ma soprattutto da cui proviene la qualità più pregiata.
È proprio in questa zona che viene estratto gran parte del materiale. –
Questa pietra è generalmente chiamata tufo/calcareo. Questa pietra calcarea si trova per lo più nella parte meridionale del Salento, estratta in cave profonde nel territorio ad Ugento, Alezio e Gallipoli.
Il carparo leccese è formato da vari materiali, che gli conferiscono diverse concentrazioni cromatiche. Pertanto, non è mai omogeneo.
Il carparo per rivestimenti
La pietra di Carparo è molto assorbente e ha una grana grossolana, che le conferisce un aspetto più complessivo e rustico. Tuttavia, senza la possibilità di una lavorazione meticolosa, come nel caso della pietra leccese.
La pietra leccese di Carparo è più dura e resistente, tanto da poter essere lavorata con scalpello e ascia.
Grazie alla sua resistenza, il rivestimento in carparo viene utilizzato nelle facciate esterne degli edifici. Pietra utilizzata soprattutto per quelli vicini al mare e quindi esposti all’azione corrosiva della salsedine.
Questa pietra salentina diventa ancora più affascinante quando, nel tempo, assume una colorazione grigiastra, dovuta alla diffusione di licheni ed efflorescenze sulla sua superficie. Tutto ciò conferisce agli edifici una connotazione antica di grande bellezza.
In campo edilizio, il carparo è stato ampiamente utilizzato per costruire le “liame”, piccole costruzioni rurali tipiche del Salento, simili alle pajare o ai trulli.
Le volte leccesi di queste semplici case rettangolari o quadrangolari, costruite con un sapiente incastro e sovrapposizione di pietre, erano rivestite di carparo e pietre tufacee. Tutto ciò le rendeva più resistenti.
Composizione della pietra di Carparo
Come tutti i materiali naturali al 100%, il Carparo non ha un aspetto omogeneo.
Tuttavia, può variare in granulometria e tonalità di colore a seconda della maggiore o minore concentrazione dei suoi componenti chimici e dei diversi punti di estrazione (carparo rosso).
Data la sua composizione, quindi, eventuali differenze di intensità, colore e tonalità. Inoltre, presenta caratteristiche visive irregolari, che rappresentano un valore e una peculiarità, dal momento che un’uniformità assoluta della pietra sarebbe impossibile da raggiungere.
Spesso capita di trovare fossili o parti sedimentate nella pietra. Questa caratteristica conferisce ancora più valore al prodotto, che ne garantisce l’assoluta genuinità e l’origine naturale.
Il Carparo: dove si trova e i suoi usi più comuni
Il Carparo è utilizzato in architettura allo stesso modo della pietra leccese.
Questa pietra arenaria ha visto il suo splendore nel periodo barocco, quando furono costruite le facciate di molte chiese.
Molti edifici storici sono realizzati in carparo, modellato e sagomato per formare ricche decorazioni. Il carparo è stato utilizzato anche come rivestimento per le pareti e le facciate delle chiese, come la Cattedrale di Sant’Agata a Gallipoli o la chiesa di Alessano, entrambe nel Salento.
Entrambe le pietre sono utilizzate in edilizia e architettura per creare elementi decorativi, finiture, rivestimenti, pavimentazioni, ma anche oggettistica e complementi d’arredo.
Intere abitazioni possono realizzate con questo straordinario materiale, armonizzandosi perfettamente con il territorio e le circostanze naturali salentine.